
L’avvocato Fiorentino sulla mia rinuncia alle deleghe E per ora chiudiamo gli aggiornamenti di queste pagine con il nuovo e sempre gradito articolo dell’Avvocato Giovanni Fiorentino pervenutomi per mail ieri sera e, ringraziando l’Avvocato per il sale che dà a queste pagine ogni qualvolta mi invia un gradito articolo, pubblico mail e articolo. Non aggiungo, come faccio spesso, alcuna considerazione al riguardo per permetterVi di leggere l’Articolo senza essere influenzati. Grazie ancora Avvocato:
Caro Lello,
Al sapere del tuo rifiuto ad accettare le deleghe sindacali un moto dell’anima mi ha spinto a scriverti; è la lettera di un cittadino, pensoso del destino di questo comune, che ti invita a riflettere sul bene che potresti fare e che, non accettando, non farai.
La mia è stata sempre una vox clamantis in deserto; ciò nonostante non mi rassegno. Non vorrei che stavolta a non rispondere fossi tu.
Un affettuoso saluto.
Giovanni Fiorentino
La trasparenza val bene i trasporti
(lettera aperta a Lello Acone)
Caro Lello,
Sono alcune settimane che, complice il virus ma anche l’attesa per i primi passi che muoverà l’Amministrazione ora insediatasi, sono rimasto in silenzio; e vi sarei rimasto ancora, in attesa degli eventi, se non avessi ieri saputo della notizia per me amarissima che non hai accettato la delega alla trasparenza che ti era stata offerta.
Non è un mistero la mia scarsa considerazione per la classe politica di questo paese, tutta e non solo quella dominante, cui ho sempre imputato di non avere una progettualità orientata ma di proporne ad ogni tornata elettorale una mirabolante di facciata, di nessuna credibilità, puntualmente irrealizzata perchè irrealizzabile, scoordinata dalle reali esigenze di qualità della vita della cittadinanza (da rendere il più possibile omogenea su tutto il vasto territorio comunale) e di preservazione della bellezza del paesaggio (di cui sono custodi gli operatori nel settore agricolo) in vista di una migliore, ma sempre sostenibile, promozione turistica della località; né è mistero che ho sempre ritenuto che una siffatta razionale impostazione del contratto politico in un sistema democratico fondato su un consenso allargato costituisse un’utopia ove la cittadinanza sia priva di adeguata sensibilità culturale dando prevalenza ai problemi individuali rispetto a quelli generali.
Nemmeno è un mistero che ho sempre apprezzato la tua totale disponibilità, non sempre ricevuta in altre situazioni, a rendere possibile la divulgazione del mio pensiero nonostante avresti potuto temerne qualche fastidio; ed ho anche apprezzato il tuo imbarazzato silenzio nelle rare occasioni nelle quali di persona ho espresso con lealtà delle bonarie critiche alla linea tendenziale del tuo blog ad assumere posizioni troppo benevole ed accomodanti sulle attività gestionali dell’Amministrazione.
E’ occasione di amarezza l’avvertire che una persona buona e leale come tu sei abbia avuto di che dolersi, anche se gestendo la sua delusione con dignità, senza infantili isterismi e soprattutto senza rinnegare se stesso; ma lo è anche la consapevolezza che quella persona, disinteressata ed amante come pochi della sua terra, deliberatamente abbia rinunciato ad assolvere una funzione centrale per il rinnovamento della vita politica quale la gestione della trasparenza, cui con il suo blog ha sempre contribuito [sia pure, mi si permetta di dire, con più efficacia prima del suo consilierato] quando una inedita formulazione e distribuzione delle deleghe sembra esprimere la volontà politica di dare ad essa maggiore risalto.
E’ mia impressione che, per la prima volta dopo tempi immemorabili, il palazzo, forse per l’avvertita anche se inespressa consapevolezza del consenso minoritario che nel Comune riscuote la classe politica ora dominante, di cui le urne hanno dato solare evidenza esprimendo un voto maggioritario per le compagini ad essa alternative e non certo per la particolare autorevolezza sociale dei candidati in esse impegnati, stia incominciando ad avvedersi dell’obsolescenza del modello fondante sull’interazione sociale incentrata sul rapporto personale con il cittadino cliente per la soddisfazione di esigenze particolari, e voglia muovere per ora timidi passi in direzione di un rinnovato rapporto interattivo allargato alla cittadinanza utente: solo così può spiegarsi l’instaurazione di un assessorato alla qualità della vita ed alla democrazia partecipativa, di cui per ora può solo dirsi che è una piacevole novità.
Se è corretta la mia sensazione, e nel più generale interesse voglio sperare che lo sia, la delega alla trasparenza vale più di un assessorato ed è un pilastro per la costruzione della partecipazione democratica, richiedendo un impegno diuturno ed assorbente che solo tu puoi dare: per competenza nell’utilizzazione dei servizi informatici; per la possibilità dell’impegno, non svolgendo attività lavorativa continuativa; per spirito di servizio, essendo sinceramente votato alla solidarietà sociale; per pionierismo partecipativo, essendoti empiricamente votato alla causa della trasparenza con il tuo blog. Non so quali siano state le motivazioni del rifiuto della delega; so solo, e consentimi di dirtelo con la franchezza che mi contraddistingue, che il non averla accettata non è un peccato, è un delitto omissivo: la gestione della trasparenza è il primo e più importante tassello su cui si incentra la democrazia dei cittadini, e in tale ambito al dì d’oggi assume una funzione essenziale il flusso comunicativo da e verso l’Ente locale di cui punto di raccordo dovrebbe essere il sito istituzionale, su cui non indugio per carità di patria ed al quale tu certamente meglio d’ogni altro consigliere sai por mano.
La scelta di fare il consigliere itinerante, nell’epoca di internet, anche se suggestiva, è obiettivamente anacronistica; ma il fatto stesso che l’abbia pensato è sintomatico della perdurante presenza nel corpo sociale di un rapporto politico malato, per il quale si immeschinisce il consigliere attribuendogli la funzione di segnalare una lampadina fulminata o una buca stradale. Ti esorto quindi a comprimere ogni motivo di disappunto, anche perchè non credo che obiettivamente abbia ragion d’essere; ma quand’anche fosse, ti invito a rileggere il motto del tuo blog e ad interrogarti su cosa puoi tu fare per il tuo Paese: non è difficile dare risposta a tale domanda, essendo rimesso a te di divenire un consigliere itinerante dando nuova linfa a pratiche che sarebbe tempo di dismettere instaurando una nuova cultura dei rapporti cittadini -potere amministrativo ovvero di divenire un consigliere protagonista di rilievo nell’instaurazione di un rapporto cittadini-potere amministrativo adeguato ad una società che corre verso il futuro.
Voglio sperare che possa dare a tale dilemma la risposta più razionale e più consona al tuo spirito solidale. E conta pure sul mio consiglio, ove lo ritenga, in tale non facile impresa.
Giovanni Fiorentino