

Lavori di restauro e solenne Consacrazione della Chiesa
Parrocchiale di Monticchio
Monticchio vanta l’erezione a Parrocchia nel 1556 subito dopo l’istituzione delle medesime ad opera del Concilio di Trento, e l’antica chiesa eretta in onore del l’apostolo San Pietro venne elevata in Parrocchia divenuta angusta per l’accresciuto numero della popolazione,
e le principali famiglie del luogo, a loro spese, iniziarono la costruzione dell’attuale Chiesa.
Era parroco in quegli anni Don Antonino Miccio, Canonico Cantore del Capitolo Ex-Cattedrale.
Vari rifacimenti statici, ripulitura generale, attintatura e zoccolatura in marmo,
nonché riparazione agli stucchi mal ridotti dal tempo, fecero sì che la Chiesa come oggi si presenta, la domenica del 21 giugno 1964 fu solennemente consacrata con un rito quanto mai suggestivo dall’Arcivescovo Mons. Carlo Serena, alla presenza del Capitolo dei Canonici dell’ Ex-Cattedrale e di alcuni parroci della zona.
Fu consacrato anche l’Altare del Cuore di Gesù e il presente Don Costanzo Cerrotta, parroco Arcidiacono dell’ Ex-Cattedrale di Massa Lubrense tenne una dotta omelia sul significato liturgico e mistico del rito compiuto.
La Consacrazione di una chiesa è l’atto liturgico, con il quale si destina in maniera permanente un edificio all’uso sacro.
Ogni chiesa, sia cattedrale che parrocchiale, deve essere consacrata, e ciò può essere fatto solo quando la chiesa possiede un altare fisso.
Il segno di riconoscimento dell’avvenuta consacrazione è costituito dalle dodici crocette in forma greca che vengono affisse, dipinte o incastonate sui muri in varie parti della chiesa.
Le croci, insegne di Cristo, simbolo del suo trionfo, sono unte perché il luogo è sottomesso al suo dominio.
Il fatto che siano dodici ricorda gli apostoli, testimoni di Cristo e originarie colonne del tempio. In passato si richiedeva che almeno in alcuni punti la chiesa fosse di pietra: poiché la pietra è resistente al tempo e permane nei secoli, l’uso di tale materiale esprime meglio il senso del trasferimento perpetuo all’uso sacro.
E proprio perché tante chiese non erano fatte di pietra non venivano in passato consacrate. Illustri basiliche la cui consacrazione è stata ritardata per questo motivo sono la basilica di Notre-Dame di Parigi, consacrata soltanto nel XIX secolo e quella di San Petronio di Bologna, che fu consacrata nella seconda metà del XX secolo dal cardinale Giacomo Lercaro.
A ricordo dell’avvenimento fu posta una lapide al lato destro di chi entra in Chiesa dettata dal Prof. De Maio Luigi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Sorrento, è che suona cosi:
PRIMO REGNI VERTENTE ANNO
PAULI PAPAE VI PONTIFICIS MAXIMI
TEMPLUM HOCCE
VETERUM INCOLARUM STUDIO AC
PIETATE
APOSTOLO PETRO DICATUM
PER CAROLUM ARCHIEPISCOPUM SERENA
SURRENTINAE ECCLESIAE PERDIGNUM PASTOREM
SOLEMNI DEDICATUM FUIT RITU
PAROCHI A. MICCIO OPERA POPULIQUE CONCURSU
XI KALENDAS JULIA’S MCMLXIV
Tradotto
Durante il primo anno di regno di Paolo VI pontefice massimo, questo tempio dedicato all’apostolo Pietro dall’impegno e dalla pietà degli antichi abitanti, grazie all’arcivescovo Carlo Serena, degnissimo pastore della chiesa sorrentina, fu dedicato con rito solenne ad opera del parroco A.Miccio e con il contributo del popolo, il 21 giugno 1964.
Terminata la costruzione di una chiesa o di un oratorio pubblico, prima che si possa celebrare l’Eucaristia, si deve procedere alla benedizione. La benedizione intende attirare la protezione divina sul luogo, affinché il culto possa essere dato a Dio senza i disturbi dell’avversario, e perché il Signore sia munifico verso coloro che in quel luogo pregano.
Quando si procede alla consacrazione di una chiesa, si intende trasferire in maniera permanente una realtà dall’uso profano all’uso sacro, e cioè al culto di Dio.
Don Francesco Saverio Casa,
Rettore della Chiesa di San Paolo
in Sorrento