
Ringraziando l’amico
cartografo ed escursionista Giovanni Visetti per l’attenzione voglio
farVi legegre il nuovo post apparso sul Suo interessantissimo blog, (clicca qui) che ci parla della nuova impostazione di uno dei percorsi piu belli del nostro territorio, il sentiero dell’ISCA:
Non
si tratta di niente di veramente nuovo, ma di una eccellente combinazione di
sentieri rurali con un lungo tratto sterrato (3,5km) molto panoramico. Questo
si sviluppa interamente lungo le pendici meridionali del territorio lubrense,
iniziando dal promontorio del Cafariello, continuando sul’Alta Via
dei Monti Lattari (CAI 300) da Iarito alla pineta del Monte di Monticchio (passando per Guardia, Cuparo e Scrivanessa) e lasciandola con la variante Spina (CAI 355). Il ritorno a Sant’Agata via Caprile, Calella e Canale, offre altri passaggi caratteristici e
interessanti.
Il punto di partenza suggerito è Sant’Agata (facilmente raggiungibile
anche con bus pubblici di linea); lo sviluppo complessivo è di 8km, con
meno di 300m di dislivello. Ciò rende il Circuito dell’Isca (così
battezzato per le viste sull’isolotto che fu di Eduardo de Filippo ma
in effetti, geograficamente parlando, si gira attorno all’altura di S. Maria
della Neve) una classica camminata di mezza giornata, adatta
praticamente a qualunque escursionista in quanto a distanza e dislivello, ma
non proprio a tutti per avere alcuni passaggi che richiedono passo sicuro,
qualche tratto esposto e vegetazione talvolta invasiva … ma qualche graffio
viene presto dimenticato ammirando i panorami sull’Isca e i Tre Pizzi
di Jeranto da est e sull’Isca, Vetara e Li Galli da
ovest.
Entrando
nel dettaglio, dal centro di Sant’Agata si scende verso la Pigna su stradina asfaltata e, al termine si imbocca lo sterrato di via Cafariello che, in dolce discesa, conduce ad un belvedere naturale fra uliveti, qualche
fico d’india e tantissime orchidee in primavera. Una relativamente ripida
discesa, fra arbusti della macchia mediterranea, porta gli escursionisti ad un
altro uliveto per poi entrare in un castagneto al limite del rivo Iarito.
Tutta questa parte era inclusa nel circuito C5 del Progetto Tolomeo del 1991, percorso poi eliminato in occasione dell’aggiornamento del 2003 a
causa delle cattive condizioni del sentiero del Cafariello. Nei pressi
del suddetto corso d’acqua Iarito, che va a sfociare nel fiordo di Crapolla,
ci si immette sull’Alta Via dei Monti Lattari che in questo tratto
coincide con il sentiero comunale che conduce alla cappella di San Pietro e quindi a quella che una volta era una vera e propria marina di
pescatori.
Pochissimi metri dopo aver passato la panchina panoramica della Guardia,
appena scesi i primi dei circa 700 scalini di pietra che portano in riva al
mare, inizia il tratto più accidentato del circuito che però ha il vantaggio di
essere più o meno in quota, pur includendo brevi ripide salite.
Dopo aver superato due valloni (Cuparo e Scrivanessa) si giunge in vista
della pineta del Monte di Monticchio e, prima di raggiungerla, si devia a destra lungo la vic. Monti (CAI 355) che dopo 600m
giunge sulla rotabile via Spina.
Si procede quindi fino a Caprile (unico attraversamento di strada principale) e quindi per Calella e Canale con la sua nota sorgente e i suoi caratteristici lavatoi (foto a sinistra), tutt’oggi in uso. Altri 500 comodi metri e si ritorna al punto di partenza!
Nel corso delle ultime settimane, insieme ai miei amici Camminanti, ho percorso varie volte ed in entrambe le direzioni questi sentieri provvedendo al tempo stesso a “disboscare” per quanto possibile, a segnare provvisoriamente il Cafariello (il cui tracciato, dopo l’incendio di qualche mese fa, non è di facile individuazione) e ad evidenziare bivio e prima parte del sentiero CAI 355 – Variante Spina.
Andando incontro alle stagioni più fredde, tutto il circuito dovrebbe rimanere praticabile ed evidente almeno per i prossimi 6 mesi … approfittatene e, così facendo, contribuirete a mantenerlo battuto e pulito.