
Dopo il post circa le nuove small cell che saranno istituite sul nostro territorio per garantire una maggiore fruizione del servizio di telefonia mobile ed i tanti commenti al riguardo, molti sull’antenna posta a Santa Maria della Neve che è tutt’altra cosa e che resterà solo per pochi mesi ritengo utile condividere con Voi alcune informazioni al riguardo forniteci dall’ingegnere Roberto Gebbano che segue questo programma per conto dell’Amministrazione Comunale e dal Quale prendo alcuni commenti che lo stesso ha già postato in risposta al comunicato emesso dall’amministrazione e postato sul mio profilo.
Salve a tutti, in qualità di tecnico impegnato sul territorio vorrei chiarire alcuni aspetti e perplessità che state sollevando. Innanzitutto l’impianto TIM installato a Santa Maria della Neve non è ciò di cui si parla nell’articolo di questo post, che riguarda invece delle microcelle che saranno installate su pali di illuminazione e altre strutture di arredo urbano, e avranno funzione complementare ma non sostitutiva alle stazioni radio base di tipo macro/tradizionali. Questa stazione appena installata è di tipo amovibile, su mezzo carrato, ed è installata per esigenze temporanee di copertura estiva in una zona ove la copertura cellulare è scarsa o in gran parte addirittura nulla (si pensi ad esempio a tutto il versante di Torca/Crapolla). In virtù del fatto che esistono specifiche normative di settore (D.Lgs. 259/2003, D.L. 111/2011 art.35, D.P.R. 31/2017 e ss.mm.ii.) gli operatori di telefonia sono particolarmente tutelati nell’installazione dei loro impianti, trattandosi di opere di urbanizzazione primaria e per pubblico servizio, utilità e sicurezza, addirittura categorizzate come opere strategiche. Pertanto la loro installazione è poco e nulla vincolabile da parte delle pubbliche amministrazioni, che hanno come unico strumento cautelativo a loro disposizione quello di collaborare proficuamente con i Gestori di telefonia al fine di individuare le soluzioni tecnicamente più congeniali e meno impattanti per garantire il servizio. In merito ai campi elettromagnetici purtroppo c’è tanta e troppa disinformazione sulle stazioni di telefonia. Disinformazione foraggiata da canali informativi distorti che scrivono senza alcuna attendibilità scientifica. In Italia infatti esiste una normativa in merito ai campi elettromagnetici particolarmente cautelativa, la più cautelativa in Europa e nel mondo. Basti pensare che il campo elettrico limite normativo in Italia è pari a 6V/m per le aree a permanenza umana superiore a 4 ore giornaliere e 20V/m per le aree a permanenza inferiore. Nel resto d’Europa, Svizzera e Polonia escluse (che hanno limiti simili ai nostri) si applica la normativa Europea 519/99 CE per la quale il limite previsto arriva fino a 61V/m a seconda della frequenza in uso. Tutti gli impianti che vengono installati sono oggetto di uno studio che si fa solo in Italia (ed è per gran parte omesso nelle altre Nazioni) che tecnicamente si chiama AIE (Analisi di Impatto Elettromagnetico). L’analisi consiste in una misurazione delle condizioni di fondo elettromagnetico dell’area di installazione, preliminare al nuovo insediamento, ed a un’accurata analisi preliminare e cautelativa di quello che potrà essere l’impatto elettromagnetico massimo della stazione, secondo i parametri di progetto, nella peggiore delle ipotesi. Qualora l’analisi non dia esito positivo i parametri di progetto devono essere rivisti per garantire il rispetto dei rigorosi limiti di emissione vigenti in Italia. L’analisi viene trasmessa sia ai Comuni per conoscenza, sia soprattutto alle ARPA di competenza che esprimono relativo parere e sovrintendono le analisi sul territorio
A chi chiedeva in merito ad un incontro pubblico sul tema, sappiate che il Comune di Massa Lubrense ha già effettuato diversi incontri sia specifici sull’elettromagnetismo, a suo tempo pubblicizzati come da locandina in calce, sia diversi incontri sull’incidenza dei tumori sul territorio peninsulare. Personalmente mi sono onorato di intervenire per tutti gli aspetti tecnici sui campi elettromagnetici, ma nell’occasione importanti medici e professori universitari come il Dott. Donato Greco della Federico II e il Prof. Paolo Vecchia dell’Istituto Superiore della Sanità hanno colto l’occasione per redarguire tutti i partecipanti in merito alla tematica specifica e agli aspetti sanitari. Mi rendo conto che i campi elettromagnetici facciano paura ai non esperti, essendo “invisibili”, ma posso assolutamente sincerarvi del fatto che gli agenti fisici inquinanti nei nostri territori sono ben altri, a partire dall’inquinamento atmosferico dovuto alla presenza di un numero di veicoli sulle nostre piccole strade assolutamente superiore alle nostre infrastrutture di trasporto.
Infine, in merito a chi chiedeva sul monitoraggio, posso confermarvi che al momento sono operative due centraline sul territorio di Massa Lubrense. Una in località Marina del Cantone e una presso il Municipio. Verificherò in merito alla pubblicazione degli ultimi dati di monitoraggio con chi di competenza. Cordiali Saluti Roberto Gebbano
Infine per quanto riguarda i limiti del campo elettrico a radiofrequenza in Europa…. l’Italia ha i limiti più bassi, con un massimo di 6V/m mentre quasi tutte le nazioni europee si attengono alla norma 519/99 EU che fissa un limite di 61V/m…..
Grazie all’amico ed ingegnere Roberto Gebbano per queste informazioni