
A volte anche io, che in genere trovo abbastanza facilmente le parole adatte per ogni circostanza rimango a bocca aperta o meglio a dita ferme, quando devo scrivere un post per “immortalare” un episodio che mi sta particolarmente a cuore.
Infatti cosa posso scrivere per augurare il meglio ad un amico più che collega, Lleopoldo Esposito, con il quale ho condiviso tanti momenti di lavoro e di amicizia che, dopo una vita lavorativa vissuta sempre con abnegazione e dedizione, lascia il lavoro avendo ottenuto il traguardo del meritato riposo.
Sì tanti episodi vissuti insieme sin da quando nella lontana primavera del 1992 arrivammo, un po’ spaesati e intimoriti del nuovo lavoro che ci attendeva, io da Milano, lui da Cuneo , a Potenza, trasferimento accettato per star più vicini ai nostri cari che ormai si facevan vecchierelli, eh sì l’attaccamento alle famiglie, virtù e peccato di noi meridionali. E mentre io con Rosaria al seguito optavo per una casetta in affitto lì vicino Lui percorreva per due anni e mezzo ogni giorno la strada da Castellammare a Potenza, 320 chilometri al giorno, sempre arrivando puntuale al lavoro, con l’afa d’estate e la neve d’inverno che solo chi conosce la Basentana può farsi un’idea e proprio quando il tempo avverso non lo permetteva rimase uno o due giorni al massimo a casa mia.
E ricordo quando mi dava n strappo fino a Castellammare per tornar da Rosaria immobilizzata a letto quando i turni di lavoro me lo permettevano o quando sempre disponibili accompagnava i miei genitori o i miei suoceri a Potenza o viceversa che venivano a farci visita così come, e l’ho ricordato più volte, quando accompagnò mia Suocera a Potenza e con la quale andai a San Giovanni Rotondo per correre a guardar la vita di Simona sbocciare.
E poi i vari trasferimenti lavorativi, sempre Lui a precedermi di qualche mese o qualche anno, prima a Napoli, al commerciale e poi al gestionale, ultimo trasferimento il passare alla Rete d’accesso, Lui tra i primi io tra gli ultimi. E nel mentre tanti momenti familiari e lavorativi che ci hanno visti insieme, la Prima comunione della Sua Ida o quando veniva ed ancora viene a Massa a far rifornimento di olio e poi i tanti confronti e scambi di idee sul lavoro e Lui sempre ad avere ottimi consigli e disponibilità. Quella disponibilità che Gli è sempre stata riconosciuta da tutti i colleghi che Lo han sempre visto come un amico più che un collega e bastava esser presente l’altra sera alla Sua cena di saluti per trovarci tutti concordi nell’esprimere gli stessi pensieri e lo stesso dolore del distacco da Leopoldo che di certo lascerà un vuoto in tutti noi che non potremmo farci più forti dei Suoi consigli e della Sua collaborazione.
Non è un addio di certo e di certo non mancheranno le occasioni per rivederci ma dovrò abituarmi a non vederlo più così spesso qui a Massa, con l’inseparabile Cesare, alle prese con cavi , pali, scavi e misure.
Ciao Leopoldo e grazie di tutto quello che hai fatto per me, a quando mi sei stato vicino , non posso dimenticare le tue parole ed i Tuoi abbracci quando perdemmo Alexandra, appena sbocciata, anche perchè quella gravidanza si può dire la vivesti giorno per giorno con me e da queste pagine, lo So che sei una persona discreta che non ama essere al centro dell’attenzione, ma non potevo non scrivere queste due righe, da queste pagine dicevo gli auguri miei, di Rosaria, di Simoncina, come la chiamavi, di Giorgetta, di mamma e di mia suocera affinchè la nuova vita che Ti aspetta sia piena di tante cose belle e possa dedicare tempo ed energie a quello che hai dovuto mettere in secondo piano nel mentre lavoravi. Te lo auguro con tutto il cuore, pare ieri che viaggiavamo nella Tua renault 9 a gas sulla basentana ed ora eccoci qui aricoradr quei momenti un po’ più maturi ringraziando sempre il Signore per averci fatto incontrare sulla nostra strada persone Buone che ti fanno apprezzar meglio la vita, persone come Te.
Grazie Leopoldo.