
Carlo Franco: nostalgia di Massa
Voglio condividere con Voi un bel post scritto dall’amico e giornalista Carlo Franco sul Suo profilo Facebook che voglio postare qui dopo averGli chiesto il permesso e dal quale traspare tutto il Suo amore per la nostra Massa e la nostalgia di Essa che lo attanaglia sempre più giorno dopo giorno: tutto da leggere e che ci fa un ritratto di Massa con tante sfaccettature che noi che la viviamo giorno dopo giorno non facciam caso. Grazie Carlo:
Sto pensando, ancora più intensamente di quanto non faccia ogni giorno, a Massalubrense. Non ci torno da oltre due mesi e vivo male il distacco imposto dalla maledizione del virus anche se Skype fa miracoli. Del paese mi manca la serenità che trasmette, il caffè al bar, la partita a tressette e briscola al Circolo degli anziani: in una parola quella cordialità nella quale le distanze non esistono. Due esempi per spiegarmi meglio:Giannino, l’ultimo artista calzolaio, restando curvo all’altezza del “bancariello” ingombro di colla, falcetti e altri arnesi, distribuisce pillole di saggezza e un vecchio professore di matematica dialoga ogni notte – per via del fuso orario – con i ricercatori della Nasa che lo tengono in grande considerazione. E così via, potrei continuare per un bel pò, ma mi preme sottolineare un concetto che mi è caro: ognuno ha bisogno di scegliersi un Luogo dell’anima, una sorta di salvagente al quale aggrapparsi quando gli affanni della vita in città prendono il sopravvento. Come in questo periodo. Il Luogo dell’anima, quindi, non deve essere necessariamente quello di nascita e il mio caso è esemplare: sono venuto al mondo in una casetta al vico 1 Porta Piccola a Montecalvario, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, e sento fortissima la mia napoletanità anche se ho eletto come “domicilio privilegiato” Massalubrense che mi ha accolto e cullato come un figlio. Non c’è contraddizione nella scelta, oggi ne è convinta anche mia moglie Maria Teresa vomerese al di sopra di ogni sospetto, che, nel bel mezzo di una cena estiva casa di anici, rispose così ad una signora che ci rimproverava di essere poco presenti agli appuntamenti mondani: “Non partecipiamo spesso a questi vostri inviti perché i nostri veri amici sono i massesi”. Con una punta di enfasi consentitemi di dire che queste parole fecero molto bene anche al nostro rapporto coniugale. E qui lascio il pallino a voi: parliamone, ci farà