
Carlo Franco ed il bonùs vacanze Da queste pagine il nuovo post inviatomi dall’amico e giornalista Carlo Franco che trascorrendo un meritato periodo di vacanza nella nostra e Sua Massa della Quale è perdutamente innamorato ci invita una Sua riflessione su periodo post Covid parlando anche del bonàs (con l’accento sulla u) Vacanze. Grazie Carlo per il sale che porti a queste pagine e questo il post sempre gradito:
Carissimi amici, non ho voglia di rattristarvi ma, visto come sono andate le cose in questo ferragosto all’insegna del covid, tocca parlare di un argomento scottante e ricco di insidie che appartengono alla sfera sociale, economica e, soprattutto, morale. Perché classismo fa rima con razzismo ed è anch’esso reato. Fatta questa premessa, dunque, parliamo del bonùs . L’accento sulla u non è un errore di battuta, è dovuto se si vuole tentare un dialogo con i beneficiari dell’assegno che ha consentito, grazie a dio, uno scampolo di vacanza a chi altrimenti, come ogni anno passato, non avrebbe potuto permetterselo. La misura di aiuto decisa – e attuata – dal Governo, quindi, ha determinato un cambio di rotta e potrà dare buoni frutti se adeguatamente sorretta da alcuni correttivi che attengono alla sfera comportamenrtale. Sotto questo aspetto, invece, siamo ancora all’anno zero. Il bonùs, insomma, ha aggiunto quel pizzico di sale che ha condito in maniera ancora più saporita il piatto forte dell’estate che, non essendo esperti gastronomi, potremo bonariamente definire una cianfotta in cui un cuoco armato di buone intenzioni ma poco esperto, ha mischiato senza dosarli due ingredienti fondamentali: due terzi di “stateve a casa” senza grassi aggiunti e un terzo di prodotti di stagione con l’aggiunta di una spruzzata di aceto balsamico. I portatori di bonùs, inutile dire, hanno molto gradito la possibilità di avere accesso nei salotti dell’hotellerie e di essere accolti senza preconcetti. Hanno molto gradito e ancora più hanno gradito la disponibilità della piscina che li ha mandati in estasi. Buona la prima, allora? A occhio e croce mi sento di dire che non ci sono stati nè vincitori nè vinti. Con qualche sfumatura di grigio più significativa di altre. Una, in particolare:i grandi si sono mostrati più fastidiosi e invadenti dei loro figlioli che, tutto sommato, si sono ben comportati e questo significa che a casa hanno ricevuto, prima di mettersi in viaggio, le opportune istruzioni dell’uso. Restano, però, le esagerazioni di fondo non eliminabili con un solo colpo di spugna: il chiasso sguaiato, l’occupazione prepotente degli spazi comuni e l’incapacità di avviare contatti con l’altra sponda. Come se accettassero la distanza di classe. I clienti non beneficiari di bonùs, dal canto loro, hanno avuto una reazione in due tempi: all’inizio hanno apprezzato il senso civico dell’iniziativa del governo e si sono compiaciuti “perché dove sta scritto che la vacanza è un premio solo per chi può”? Ma, in seguito, l’atteggiamento è cambiato anche se c’è stato uno sforzo di identificarsi con le ragioni degli altri. La disponibilità a fare bene, però, è durata lo spazio di una orata direbbe Camilleri: dopo lo show in sala ristorante e la giornata trascorsa tutti insieme in piscina in una sorta dii girone infernale l’equilibrio fragilissimo si è rotto e ognuno è tornato sulle posizioni di partenza. La chiudo qui, di queste cose volevo ragionare con tutti voi. L’ho fatto e vi saluto con una spruzzata di ottimismo: se intorno al bonùs si costruisce un progetto, il derby dei diversi, forse, potrà diventare il derby degli uguali. Quando? Beh, qui non solo chiudo ma fuggo. Carlo Franco