
Carlo Franco e la Sua nostalgia canaglia di Massa Bello tornare a casa e trovare nella cassetta della posta elettronica il nuovo pensiero sulla Sua amata Massa dell’amico e giornalista Carlo Franco che stavolta condivide alcune osservazioni sul futuro che ci aspetta .Questo il Suo messaggio accorato e ad hoc come sempre e per il quale Lo ringrazio di cuore con l’augurio di poterLo rivedere al più preso passeggiare per la Sua Massa e vederLo nei nostri Bar e negozi. Grazie Carlo
La nostalgia è canaglia – è scritto anche nei libri e cantato nelle canzoni – perché induce ai cosiddetti pensieri deboli che sono una specie di virus dello spirito: ti circondano, ti prendono e per cacciarli via impieghi del tempo, a volte anche troppo. Parliamo , allora, immaginandoci che di qui a poco (maggio?) il terribile nemico non faccia più paura come ora e che l’allarme sanitario sia in qualche modo rientrato e che si ritorni a vivere da protagonisti e non da succubi della paura e proviamo a pensare che Massalubrense, una comunità di circa quindicimila soci-cittadini, sia impegnata a recuperare il tempo forzatamente perduto. Come? Ecco il punto. Se l’obiettivo è il turismo che ci siamo lasciati alle spalle – la villeggiatura, per capirci – il paese sta messo male perché questa attività, già in parte superata dalle nuove mode, subirà ancora un forte ridimensionamento imposto da due fattori contro i quali è difficile combattere e ancor di più avere la meglio: 1) La crisi di liquidità con la quale usciremo dall’emergenza sanitaria imporrà un giro di vite che colpirà innanzitutto i bisogni cosiddetti secondari e la vacanza è tra le esigenze più sacrificabili; 2) Crisi finanziaria o meno, comunque, si avrà meno voglia di fare festa e in ogni caso bisognerà fare i conti con la Paura che è la grande dominatrice di questa vicenda. Due ragioni reali, come si vede, sulla cui obiettività non si può discutere. Ma si può reagire. E qui ti voglio mormorò l’asino carico di merce all’inizio della salita: come si può reagire? Si può, si deve e qui mi sorregge il tono discorsivo e molto accorto delle risposte al mio primo intervento sotto effetto di nostalgia canaglia: i massesi, questo emerge in maniera netta, mostrano di aver capito la tremenda lezione delle cose e se questo è vero – e lo è, voi che leggete lo sapete meglio di me – la remuntada sarà non dico più facile ma, almeno, più agevole. Reagire, dunque. ma come? Inventandosi le prossime mosse e, soprattutto, osando un pò di più: il turismo massese, cresciuto ed educato nel culto della villeggiatura che si risolveva in una sorta di incontro estivo tra vecchi amici che non si erano mai lasciati, si è adagiata su un tran tran che alla lunga ha mostrato i suoi limiti. E che ora potrebbe aver subito una frattura scomposta. La verità è che bisogna osare per davvero – mettendosi in gioco, ad esempio e non affidandosi solo al tesoro che la Natura ci ha affidato ma io so che il suono di questo verbo fondamentale nella economia è difficilmente coniugabile alla nostra latitudine. Tocca insistere, però, e a questo proposito Alessandro Baricco su Repubblica ci aiuta ad uscire dall’impasse: questa crisi, ha scritto, ha confermato che siamo all’ultimo atto dello scontro tra vecchia e nuova cultura assistenziale e imprenditoriale. Cosa vuole dire? Vuole dire che l’Europa – ed anche l’America e la Cina che stanno più avanti – ha deciso di affidare la partita della vita, che è tutta spostata sulla ricerca e sulla disponibilità di attrezzature risolutive, ad una squadra di scacchisti (il vecchio) ai quali ha fatto indossare i panni di Fortnite (il nuovo). Tradotto in massese questo concetto è facile da spiegare: inventiamoci forme nuove di turismo e di divertimento capaci di attrarre più gente e soprattutto più giovani (ricordate i bei tempi del Caffè Osvaldo e della piazza più importante del Golfo di Napoli? Allora non ci piacevano, oggi li rimpiangiamo), organizziamo la balneazione, mettiamo ordine giù al porto conciliando gli interessi di tutti, e diamo un senso più competitivo alla filosofia del B&B che ora segue i canoni del semplice dormitorio. Non ho esposto un piano strategico – Dio me ne guardi – ho buttato giù spunti di discussione lasciano la decisione a chi di dovere. Ma muoviamoci.Carlo Franco