
A Carlo Franco non piace il verbo rassegnarsiDa queste pagine il nuovo post inviatomi dall’amico e giornalista Carlo Franco che dall’altra parte del Golfo e con lo sguardo puntato verso la Massa di cui è innamorato ci invita ad essere ottimisti perchè la Sua, la nostra, la Vostra Massa si rialzerà. Grazie Carlo e questo il post sempre gradito:
Rassegnarsi è un verbo che non mi piace. Lo cancellerei, addirittura, ma so che a noi comuni mortali questo non è dato. Dobbiamo prenderlo di petto prima che lui ci prenda per la gola. Sempre, anche quando l’attacco del virus maledetto ci ha indebolito e ci ha posto difronte ad un drammatico dilemma: cosa sarà di noi? A dirlo è facile, ma la classe non ci manca: Massa non andrà mai incontro ad un “impoverimento generalizzato” Scacciamoli questi fantasmi, concentriamoci su noi stessi, tiriamo fuori i nostri jolly e, prima ancora, gli attributi. La reazione, voglio dire, è possibile e una piccola comunità che ha conquistato un posto stabile nell’èlite del turismo colto ma anche in quello popolare facendo leva sulla straordinaria accoglienza che è capace di riservare agli ospiti è in qualche modo privilegiata. Poche iniziative ben fatte, una sorta di autotassazione (anche se, a quanto ci dicono, i furbetti della speculazione terra terra sono già in azione), un pacchetto di offerte rinnovato e capace di soddisfare le richieste del mercato: sono queste le toppe giuste, gli interventi urgenti insieme ad un rigoroso, inflessibile rispetto delle regole. E su quest’ultimo punto siamo garantiti dall’impegno costante e apprezzabile delle forze dell’ordine. Se, invece, come teme il lettore che ha stimolato la mia reazione, cediamo alla rassegnazione siamo condannati ad una poco onorevole ritirata. Il modello da seguire è quello di Osvaldo Casa, lpuomo del primo miracolo turistico massese. Ora finalmente l’indimenticabile “baffo” viene celebrato insieme alla sua formula magica: guagliù non ce ne andiamo di testa, voliamo bassi e vinceremo. Ecco, questo è tutto. No, c’è un’altra piccolissima raccomandazione: per carità di Dio dimentichiamo gli hastag che hanno scandito questo periodo – il “celapossiamofare” seguito dall’altrettanto abusatissimo “tutto andrà bene” – facciamo conto che non siano mai stati pronunciati: questa sfida la vinciamo o la perdiamo con le nostre forze, non stendendo la mano verso Roma. Per esperienza millenaria sappiamo che il più delle volte la mano ritorna vuota.Carlo Franco